SEO e Marketing: come farli funzionare insieme
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Nel mondo di oggi, dove ogni informazione sembra essere a portata di clic, si nasconde un misterioso linguaggio digitale governato da una piccola parola di tre lettere: SEO. E se dicessimo che il significato di questo acronimo potrebbe decidere il successo o l'oblio del tuo brand?
Nell'era dei motori di ricerca, dei social network e degli assistenti vocali, SEO e marketing non sono semplicemente due entità parallele: sono due strumenti che, se orchestrati con maestria, possono trasformare un sito in una sinfonia di visibilità.
Cosa significa davvero fare SEO marketing? Scopriamo perché non possiamo permetterci di ignorarlo...
3 tipi di marketing
Il marketing è un campo vasto e in continua evoluzione. In generale si individuano tre grandi categorie di marketing, che si integrano tra loro per creare una strategia complessiva:
- ▪️Marketing Tradizionale – si riferisce ai mezzi di comunicazione offline come stampa, televisione, radio, pubblicità esterna e direct marketing. È il marketing “classico”, diretto all’audience tramite canali analogici;
- ▪️Marketing Digitale – sfrutta canali online: siti web, motori di ricerca, social media, email marketing, banner e annunci digitali. In questa categoria rientrano tutte le attività di web marketing (compresa la SEO) che puntano a promuovere prodotti o servizi nel mondo online;
- ▪️Marketing Social – coinvolge in particolare l’uso dei social media per promuovere il brand, interagire con il pubblico e gestire la reputazione online. Si basa sul “passaparola digitale”, le conversazioni e le condivisioni tra utenti.
Questi tre tipi di marketing, combinati tra loro, creano straegie altamente performanti:
- ▪️il marketing tradizionale fornisce visibilità sul territorio e al grande pubblico;
- ▪️il marketing digitale raggiunge target profilati online (ad esempio tramite SEO e SEM);
- ▪️il marketing sociale genera coinvolgimento e fiducia tramite i social network.
Conoscere il proprio pubblico e capire come si muove tra online e offline è la regola d’oro per ogni strategia di successo.
SEO, SEM e SEA: quali sono le differenze?
Spesso ci si chiede: qual è la differenza tra SEO e SEM? In breve, la SEM (Search Engine Marketing) è un contenitore più ampio di cui la SEO fa parte. La SEM include tutte le attività di marketing sui motori di ricerca, sia organiche che a pagamento. In altre parole:
- ▪️SEO (Search Engine Optimization) – riguarda esclusivamente i risultati organici (o naturali) sui motori di ricerca. La SEO si occupa di posizionare il sito tra i primi risultati senza pagare direttamente il motore di ricerca. Le sue tecniche includono l’ottimizzazione tecnica del sito, la creazione di contenuti di qualità e la costruzione di link.
- ▪️SEA (Search Engine Advertising) – è l’attività di pubblicità a pagamento sui motori di ricerca. Gli annunci testuali che appaiono nelle SERP (marcati in genere con un’etichetta come “Ann.”) sono risultati SEA. L’inserzionista paga ogni volta che un utente clicca sull’annuncio (pay-per-click). Gli annunci SEA sono gestiti tramite piattaforme come Google Ads e possono occuparsi di keyword specifiche per posizionare il sito in cima alla ricerca.
- ▪️SEM – come detto, è l’insieme di SEO + SEA. Pensatela così: la SEM è il grande contenitore; dentro di esso c’è la SEO (traffico non pagato) e la SEA (traffico a pagamento).
In parole semplici: la SEO è rivolta al posizionamento organico, mentre la SEM include anche gli annunci a pagamento. Ad esempio, un’azienda potrebbe usare la SEO per comparire nei risultati gratuiti di Google per le parole chiave più rilevanti e parallelamente utilizzare campagne SEA per alcune keyword strategiche ad alto valore commerciale.
Parole chiave e topic cluster
Al centro di ogni strategia SEO c’è il keyword research (ricerca di parole chiave) e la comprensione delle ricerche degli utenti. Un concetto oggi fondamentale è quello di topic cluster: raggruppamenti di contenuti incentrati su uno stesso tema (topic).
- ▪️Topic (argomento): è il tema principale attorno a cui vogliamo generare traffico organico. Ogni topic può corrispondere a un grande argomento, prodotto o servizio. Per ottimizzare la visibilità del sito su quel tema, si crea una pagina principale (la pillar page) che lo descriva in modo approfondito.
- ▪️Subtopic: sono gli argomenti secondari o sotto-temi collegati al topic principale. Corrispondono alle frasi o chiavi di ricerca più specifiche che le persone digitano per trovare risposte sul topic. Per esempio, se il topic è “piano di marketing”, un subtopic potrebbe essere “strategie di SEO on page” o “strumenti di analisi SEO”. In pratica, i subtopic approfondiscono alcuni aspetti del tema principale e aiutano a catturare traffico aggiuntivo proveniente da ricerche più dettagliate.
- ▪️Parole chiave long tail: sono query più lunghe e specifiche composte da più parole (per esempio “come migliorare il CTR nelle SERP”). Queste long tail fanno parte dei subtopic e sono molto preziose perché spesso riflettono esattamente l’intento di ricerca dell’utente.
Creare un cluster di contenuti significa pubblicare sul sito più pagine collegate: una pagina principale sul topic (pagina pilastro) e diverse pagine o articoli del blog come approfondimenti dei subtopic.
Ogni subpagina deve rimandare alla pagina pilastro (e viceversa) tramite link interni, costruendo così un ecosistema di risorse interconnesse. Questo segnala a Google e agli utenti che il sito è autorevole sull’argomento complessivo.
In tal modo la pagina pilastro è favorita in termini di posizionamento, perché funge da hub centrale di informazioni sul tema trattato.
Le pagine pilastro (Pillar Page)
Uno dei pilastri della strategia SEO content marketing (come suggerito da esperti del settore) è la Pillar Page o pagina pilastro. Si tratta della pagina principale dedicata a un topic, che riassume in modo chiaro ed esaustivo il tema centrale.
Una pillar page deve infatti descrivere il topic dalla A alla Z, fornendo ai visitatori tutte le informazioni di base necessarie. In un’ottica divulgativa, si potrebbe dire che la pillar page è come il “capitolo introduttivo” di un’enciclopedia: deve essere profonda a sufficienza da rispondere alle domande principali, lasciando però i dettagli (i subtopic) ai contenuti collegati.
Esistono diversi tipi di Pillar Page, ciascuno con scopi specifici:
- ▪️10x Content Pillar Page: è la pagina pilastro “per eccellenza” che prova a descrivere l’argomento in modo completo, ma con un linguaggio semplice e strutturato. L’idea è fornire ai visitatori tutto quel che c’è da sapere su un determinato tema, rendendo però il testo facilmente fruibile (in breve tempo). Spesso queste pagine contengono indici, titoli chiari e molte risorse collegate, e servono da guida generale. I contenuti di dettaglio restano nei subtopic.
- ▪️Service Pillar Page: concentra lo sguardo su un prodotto o servizio specifico legato al tema. Spiega come funziona, cos’è, perché conviene sceglierlo e risponde alle domande frequenti degli utenti. In sostanza, è un approfondimento utile per chi desidera capire nel dettaglio un’offerta o un aspetto pratico del tema, e funge da capitolo FAQ del topic.
- ▪️Resource Pillar Page: ha lo scopo di creare una “mappa” interna di risorse sul sito. È una pagina ricca di contenuti e link interni che fungono da hub di smistamento: indirizza l’utente alle pagine più rilevanti del sito relative all’argomento. Immaginatela come un indice dei contenuti o una “rassegna” delle risorse disponibili, utile sia ai motori di ricerca sia ai visitatori per trovare rapidamente guide, articoli o strumenti correlati.
Ognuna di queste pagine pilastro ha un aspetto diverso, ma tutte servono a segnalare a Google una forte autorevolezza su un determinato argomento e a facilitare la navigazione. Gli esperti sottolineano che una buona pagina pilastro deve essere autonoma ma integrarsi in una rete interna di link e contenuti correlati.
SEO On-Page: l'ottimizzazione interna di un sito
La SEO On-Page (o SEO On Site) raggruppa tutte le attività di ottimizzazione che si effettuano all’interno delle pagine del sito web. In pratica, si tratta di preparare il “materiale” che i motori di ricerca analizzeranno: contenuti testuali, codice, file multimediali e metadati.
Alcuni elementi fondamentali dell’ottimizzazione On-Page includono:
- Titoli e intestazioni (tag </em> e tag H1, H2, H3, ecc.).</li>;
- Meta tag (meta description, meta keywords, anche se queste ultime sono meno rilevanti);
- URL parlanti, brevi e descrittivi;
- Struttura dei parametri dell’architettura e del codice di programmazione (per favorire la leggibilità da parte dei crawler);
- Usabilità del sito (architettura informativa chiara, navigazione intuitiva);
- Contenuti testuali di qualità (testi coerenti, originali e pertinenti);
- Immagini ottimizzate (con dimensioni contenute, formato web-friendly e tag alt appropriati);
- Parole chiave rilevanti nei punti strategici (nel titolo della pagina, nei sottotitoli, nel testo, nelle meta tag);
- Link interni (collegamenti ad altre pagine del sito).
Questi elementi aiutano Google e gli altri motori a capire di cosa parla ogni pagina e quanto è utile per l’utente. Google considera centinaia di fattori per il ranking, ma concentrarsi su alcuni aspetti chiave può fare una grande differenza. Ecco un breve elenco delle best practice On-Page più critiche secondo le linee guida SEO:
- ▪️SEO Copywriting: scrivere testi di valore e ottimizzati. Il copy SEO deve cogliere il search intent dell’utente, rispondere alle domande chiave e mantenere altissima la leggibilità. È importante usare paragrafi brevi, titoli chiari, sottotitoli e elenchi puntati per evitare grandi blocchi di testo. Bisogna anche evitare contenuti duplicati o copiati, perché Google penalizza i siti che non apportano valore originale.
- ▪️Ottimizzazione delle immagini: le immagini sono usate dagli utenti per trovare risposte. Devono contenere la parola chiave anche nel nome del file, nella description (attributo alt) e nel tag alt. Questo aiuta i motori a capire di cosa tratta l’immagine e migliora la SEO visuale.
- ▪️User Engagement: il comportamento dell’utente influisce sulla SEO. Ad esempio, il tempo trascorso su una pagina, il numero di pagine visitate e la frequenza di rimbalzo (bounce rate) sono metriche importanti. Google valuta se il sito “intrattiene” i visitatori. Se gli utenti trovano subito ciò che cercano, passano più tempo sul sito; altrimenti tornano indietro. Ecco perché è fondamentale offrire contenuti di valore che soddisfino l’utente, in modo che resti a navigare.
- ▪️Tag e meta: titolo e description devono essere coinvolgenti e coerenti con la parola chiave di ricerca. Ricordate: il titolo (tag <title>) e la description sono come un “annuncio” nella SERP: devono attirare l’attenzione e aumentare il CTR (Click-Through Rate).
In sintesi, l’ottimizzazione SEO On-Page richiede competenze di web design, sviluppo di codice e copywriting: ogni pagina deve essere curata nei contenuti e nella struttura per migliorare il posizionamento sui motori di ricerca.
SEO Copywriting e Creazione di contenuti
Un’attività chiave della SEO è la scrittura di contenuti di valore (SEO Copywriting) finalizzati ad attirare traffico dai motori di ricerca. I contenuti devono essere pensati per il “nuovo lettore” che scansiona velocemente la pagina in cerca di risposte. Ecco alcuni consigli pratici:
- ▪️Parole chiave nei punti giusti: integra le keyword più rilevanti nel titolo, nei sottotitoli e nelle prime righe del testo;
- ▪️Frasi brevi e chiare: meglio spezzare il contenuto in paragrafi brevi con sottotitoli esplicativi. In questo modo l’utente trova subito l’info che cerca;
- ▪️Liste puntate: come stiamo facendo ora, gli elenchi aiutano a rendere il testo più leggibile:
- ▪️Originalità: evita di copiare e incollare testi da altri siti. Google valuta molto l’unicità dei contenuti e può penalizzare (SEO penalty) chi duplica materiale;
- ▪️Aggiornamenti frequenti: mantieni i contenuti freschi. Aggiornare periodicamente articoli e pagine segnala ai motori che il sito è vivo e può migliorare il ranking.
Google Analytics e altri strumenti SEO consentono di misurare le performance dei contenuti. Con il codice di tracciamento installato nel sito, puoi analizzare quante pagine guarda in media un visitatore, la durata delle sessioni e il percorso di navigazione.
Queste metriche (pagine per sessione, durata media della sessione, frequenza di rimbalzo e CTR) aiutano a capire se i contenuti sono interessanti e facili da fruire. Ad esempio, un Bounce Rate molto alto indica che gli utenti abbandonano subito la pagina senza trovare risposta: in tal caso è necessario migliorare il contenuto o la velocità di caricamento.
SEO Off-Page: link building e branding
La SEO Off-Page riguarda le attività esterne al sito volte a aumentare la visibilità e l’autorevolezza di un sito web. In pratica, si tratta di segnali che arrivano da altri siti e piattaforme e indicano a Google che il nostro contenuto è utile. Tra le pratiche Off-Page principali troviamo:
- ▪️Link Building – la creazione di una rete di collegamenti da siti esterni al nostro. Google interpreta i link in entrata (backlink) come voti di fiducia. Non tutti i link hanno lo stesso valore: più il sito che linka è autorevole, maggiore sarà il beneficio. I link building rafforzano il “peso” del sito ottimizzato e aumentano la sua posizione nelle ricerche. In breve, favoriscono l’indicizzazione e il ranking facilitando il compito dei crawler dei motori.
- ▪️Brand Mention (Menzione del brand) – una menzione online avviene quando qualcuno parla del tuo brand, prodotto o servizio in post sui social, forum, blog o articoli senza necessariamente linkare. Ad esempio, una recensione o un commento positivo su un forum può contare come segnale di reputazione. Google tiene conto anche di queste menzioni perché contribuiscono alla reputazione del brand agli occhi sia degli utenti che dell’algoritmo.
- ▪️Social Media Marketing – i social network (Facebook, Instagram, LinkedIn, TikTok, Pinterest, ecc.) possono diventare un canale di traffico parallelo. Pubblicare contenuti interessanti sui social porta utenti sul sito e aumenta la visibilità complessiva del brand. Sebbene i link dai social non siano considerati “classici backlink” per Google, la presenza sui social aiuta comunque a creare awareness e a generare traffico organico.
- ▪️Guest Blogging – scrivere articoli su siti esterni (autorevoli e attinenti al tema) è una forma di link building e content marketing. Un guest post su un blog rinomato offre un backlink di qualità e amplifica la notorietà del brand.
- ▪️Influencer Marketing – coinvolgere influencer nelle rispettive nicchie significa sfruttare il loro pubblico per promuovere il tuo sito. Un influencer può condividere contenuti o menzionare il brand, facendo da passaparola moderno. Questo aumenta il numero di visite al sito web e la credibilità del brand agli occhi di Google.
Questi elementi Off-Page lavorano tutti in sinergia: l’algoritmo di Google valuta quantità e qualità dei segnali esterni (link e menzioni) come fattori di ranking. Un sito web ottimizzato internamente (On-Page) e circondato da un’adeguata rete di link esterni si posiziona molto meglio nella SERP.
Garantire che il sito sia percepito come autorevole e affidabile (grazie a link di qualità, menzioni positive e attività sui social) è fondamentale.
Responsive e velocità: l’importanza del mobile
Oggi buona parte delle ricerche avviene da smartphone o tablet. La navigazione da dispositivi mobile è ormai la norma in tutti i mercati. Per questo Google privilegia i siti “mobile friendly”: il sito deve adattarsi agli schermi degli smartphone e offrire una buona usabilità anche su display piccoli. Bisogna quindi prevedere un template grafico e un codice ottimizzato per il mobile device.
Un altro fattore critico è la velocità di caricamento del sito. Se le pagine sono lente a caricare, l’utente abbandona subito (aumentando il bounce rate) e Google penalizza questo ritardo. Una buona ottimizzazione on-page include la compressione di immagini e codici superflui, oltre alla riduzione del numero di richieste al server. In sintesi:
- ▪️Mobile-friendly: assicurarsi che il sito sia responsivo e fruibile su smartphone;
- ▪️Ottimizzazione del codice: pulire HTML/CSS/JS, usare immagini leggere e un template responsive;
- ▪️Velocità del sito: migliore prestazioni = migliore ranking su Google. Gli strumenti di analisi (es. PageSpeed Insights) aiutano a individuare bug e risorse inutili da eliminare.
Curare questi aspetti evita penalizzazioni indirette (un bounce alto) e garantisce che gli utenti mobile non abbandonino il sito prima di trovare le informazioni che cercano.
Analisi e metriche SEO
Per valutare l’efficacia delle strategie SEO è fondamentale affidarsi ai dati. Gli strumenti di analisi (come Google Analytics) permettono di monitorare il comportamento degli utenti sul sito. Alcune metriche chiave da tenere sotto controllo sono:
- ▪️Pages per Session (Pagine per sessione): indica quante pagine in media vengono visualizzate da un utente prima di abbandonare il sito. Un valore alto suggerisce che il sito è coinvolgente e facile da navigare, mentre un valore basso può segnalare problemi di struttura o di contenuto.
- ▪️Durata media della Sessione: tempo medio trascorso da un utente sul sito. Più è elevato, più gli utenti trovano utili le informazioni.
- ▪️Bounce Rate (Frequenza di rimbalzo): percentuale di utenti che lasciano il sito dopo aver visualizzato una sola pagina. Un bounce rate elevato (ad esempio superiori al 70-80%) indica che gli utenti non trovano risposte nella pagina di atterraggio. In tal caso potrebbe essere necessario rivedere il contenuto o le call to action.
- ▪️CTR (Click-Through Rate): rappresenta la frazione di utenti che cliccano su un risultato di ricerca o su un annuncio rispetto al numero di impression. Nel contesto SEO, si parla di “CTR organico” riferendosi ai clic dai risultati naturali. Scrivere titoli e meta description accattivanti aumenta il CTR e quindi il traffico verso il sito.
Queste metriche, insieme al monitoraggio di traffico, fonti di traffico e conversioni, consentono di verificare “quanto il sito trattiene i visitatori” e quali pagine funzionano meglio. Se il bounce rate è troppo alto o le sessioni sono molto brevi, è probabile che le risposte offerte non siano soddisfacenti. In questo caso occorre tornare sui contenuti, ricontrollare le keyword e forse rivedere la struttura del sito.
La SEO si integra con altri strumenti di analisi di settore. Per esempio, esistono software di audit SEO per analizzare i competitor e identificare le parole chiave più strategiche. Google Trends è utile per scoprire se un argomento è in crescita o calo nelle ricerche.
Questi dati guidano la scelta degli argomenti su cui concentrare gli sforzi di content marketing.
Struttura tecnica e architettura del sito
La struttura tecnica del sito è la “spina dorsale” della SEO: deve essere organizzata in modo che i motori di ricerca riscopino e memorizzino facilmente le keyword dei contenuti. Un sito ben strutturato presenta URLs pulite, una sitemap chiara e una gerarchia di link interna logica. In particolare:
- ▪️Crawler di Google: segnalare l’URL del sito tramite la Search Console o sitemap.xml aiuta Googlebot a scansionare il sito. Assicuratevi di includere nel file sitemap tutte le pagine importanti e di evitare duplicati.
- ▪️Struttura di link interna: dalle home page e dalle sezioni principali deve essere possibile raggiungere tutte le pagine importanti. I link interni creano un “ecosistema” in cui ogni pagina è raggiungibile: questo aumenta la crawlability e distribuisce il “link juice” tra le pagine.
- ▪️File robots.txt: inserite in disallow le pagine che non volete indicizzare (es. pagine di tag o crediti).
- ▪️Redirect e URL dinamici: pulite le catene di reindirizzamento (redirect 301) e normalizzate gli URL (es. eliminando parametri troppo lunghi). Evitate errori 4xx/5xx: i link rotti o le pagine non trovate penalizzano l’esperienza utente e l’indicizzazione.
- ▪️HTTPS e sicurezza: usare il protocollo HTTPS è ormai un fattore di ranking per Google. Verificate che non ci siano contenuti misti (HTTPS e HTTP insieme) e correggete gli errori nel file .htaccess per reindirizzare il traffico verso l’URL principale sicuro.
- ▪️SEO penalty: evitate i contenuti duplicati e i link di bassa qualità. I link rotti, i reindirizzamenti mal fatti o i siti pieni di pubblicità invadente possono portare a penalizzazioni. Per minimizzare i rischi, impostate redirect 301 sulle pagine rimosse e create una pagina 404 personalizzata che reindirizzi gli utenti verso contenuti simili.
Più pulita è la struttura tecnica (architettura del sito, sitemap, link), più efficiente sarà la scansione da parte dei motori di ricerca. Un errore nella struttura può vanificare mesi di ottimizzazione On-Page, poiché Google potrebbe ignorare pagine importanti.
L’ottimizzazione tecnica è la base necessaria per un sito web competitivo sui motori.
Google Ads e pubblicità sui motori
Oltre alla SEO e alla visibilità organica, il mondo del marketing dei motori di ricerca comprende anche la pubblicità. Ecco alcuni concetti chiave:
- ▪️Annunci Pay-Per-Click (PPC): sono gli annunci testuali che compaiono nelle prime posizioni della SERP con la sigla “Ann.”. Dietro di essi c’è una campagna Adwords (oggi Google Ads): l’inserzionista sceglie delle parole chiave e paga ogni volta che un utente clicca sull’annuncio. Il costo di ciascun click è determinato tramite un’asta virtuale: in pratica chi punta di più per una determinata keyword guadagna la posizione più alta.
- ▪️Annunci Display e YouTube: Google Ads consente di mostrare annunci grafici o video sulle reti partner di Google e su YouTube. Questi annunci (detti display) vengono visualizzati agli utenti in base ai loro interessi e al comportamento di navigazione (cookie). Scopo: catturare l’attenzione e stimolare l’utente a visitare il sito, iscriversi o acquistare.
- ▪️Retargeting (Remarketing): grazie ai cookie, è possibile ricontattare gli utenti che hanno già visitato il sito. Se un utente naviga e poi vede banner del vostro brand su altri siti (o sui social), questo è frutto di campagne di retargeting. Il retargeting aumenta la notorietà del brand e punta a riconvertire chi ha già mostrato interesse, raggiungendo un pubblico potenziale profilato.
Queste attività fanno parte della Search Engine Advertising (SEA), un ramo complementare alla SEO. Le campagne a pagamento non richiedono ottimizzazione dei contenuti, ma richiedono competenze di copy pubblicitario, web design e analisi delle campagne.
Social Network e content marketing
I social network rappresentano un mondo parallelo rispetto al web tradizionale, ma sono una preziosa fonte di traffico e di brand exposure. Il contenuto pubblicato su Facebook, Instagram, LinkedIn, TikTok, Pinterest e altri, aiuta il pubblico a scoprire il sito web e i prodotti di un’azienda. Anche se Google non li include direttamente nell’algoritmo di ranking, i social amplificano la visibilità del brand e generano link potenziali.
Alcune pratiche importanti:
- ▪️Brand Mention e Post Social: le conversazioni online (post, tweet, recensioni) possono menzionare il tuo brand o i tuoi prodotti senza necessariamente linkare. Google riconosce che un brand attivo sui social (feedback di clienti, recensioni, testimonial) gode di autorevolezza. Ad esempio, un articolo giornalistico, un post di blog o un video in cui si parla di te costituiscono menzioni utili a costruire reputazione.
- ▪️Blog e Guest Blogging: il blog aziendale è ancora uno dei migliori alleati del SEO content marketing. Pubblicare regolarmente articoli ottimizzati aiuta a spiegare i subtopic, a creare link interni (dalla pagina pilastro ai post del blog) e a rispondere alle query degli utenti. Inoltre, l’attività di guest blogging su siti esterni autorevoli migliora l’autorevolezza complessiva del sito aziendale.
- ▪️Influencer e passaparola: collaborare con influencer (influencer marketing) è una forma evoluta di passaparola. Gli influencer, nelle loro nicchie specifiche, amplificano il messaggio del brand e portano visite e notorietà. Oggi lo “share-of-voice” sui social conta molto: il coinvolgimento generato dagli influencer può stimolare la crescita del brand e aumentare l’autorevolezza percepita dagli utenti e da Google.
I social media e le attività di content marketing (blog, influencer, video, webinar ecc.) servono a spingere il traffico verso il sito e a far emergere il brand nelle SERP. Anche se non tutti i link dai social sono “follow” per Google, un uso sapiente dei social (contenuti originali, hashtag mirati, call to action) amplia il pubblico potenziale e favorisce l’ottimizzazione complessiva.
Inbound Marketing: una strategia integrata
La SEO di per sé è già un’attività di web marketing orientata all’Inbound Marketing. L’Inbound Marketing è una metodologia che utilizza contenuti utili ed esperienze personalizzate per attrarre le persone (lead, prospect o clienti) e costruire relazioni di business. In quest’ottica, l’obiettivo non è solo farsi trovare dai motori di ricerca, ma offrire al pubblico esperienze di valore e “guidate dai dati” (data-driven).
Alcuni punti chiave dell’Inbound Marketing applicato alla SEO sono:
- ▪️Metodologia e tattiche basate sui dati: ogni decisione è supportata dall’analisi delle informazioni sugli utenti e sul mercato. Si studiano frasi di ricerca, bisogni e punti dolenti dei clienti per creare contenuti mirati.
- ▪️Contenuti utili e personalizzati: creare esperienze personalizzate (newsletter segmentate, contenuti differenziati per segmento, tool interattivi) aumenta il coinvolgimento. Il mantra è: fornire risposte alle domande più frequenti del cliente.
- ▪️Analisi competitiva continua: capire cosa stanno facendo i competitor è cruciale. Si analizzano i siti aziendali concorrenti per individuare quali parole chiave usano e quali argomenti trattano meglio. Questa “intelligence” permette di trovare nicchie inesplorate e di affinare la strategia SEO.
- Relazione a lungo termine: l’Inbound Marketing punta a costruire relazioni durature (relazioni di business) anziché semplici transazioni pubblicitarie. SEO e inbound insieme significano ascoltare i clienti e migliorare continuamente i contenuti in base al feedback e ai dati.
Seguire l’approccio Inbound significa anche curare altre metriche come i lead generati, il tasso di conversione dei visitatori e la soddisfazione del cliente. Una buona SEO fornisce traffico organico, ma l’Inbound Marketing trasforma quel traffico in opportunità di business attraverso contenuti pertinenti, analisi approfondite e relazioni personalizzate.
SEO e motori di ricerca basati su AI
L’ascesa dell’intelligenza artificiale ha portato alla nascita di nuovi motori di ricerca che non si limitano a restituire link, ma generano risposte conversazionali. Alcuni di essi stanno rivoluzionando il panorama:
- ▪️Google AI Overview (Search Generative Experience) – una funzionalità di Google, disponibile anche in Italia da marzo 2025, che mostra nelle SERP risposte sintetiche generate da modelli linguistici di Google;
- ▪️ChatGPT – oltre che chatbot, da quest’anno può essere usato come motore di ricerca AI che attinge a internet. Google e Microsoft hanno integrato ChatGPT nelle loro piattaforme, mentre è nato un browser specifico (il ChatGPT Atlas di OpenAI) con ChatGPT integrato;
- ▪️Perplexity – un motore di ricerca basato su LLM molto usato, con oltre 10 milioni di utenti attivi al mese (crescita del 858% nell’ultimo anno);
- ▪️Gemini – il modello AI di Google che guiderà le future ricerche conversazionali, similmente a ChatGPT;
- ▪️DeepSeek – un altro esempio di motore generativo in fase di sviluppo.
Questi “motori di ricerca AI” premiano i contenuti organizzati in un formato conversazionale: rispondere direttamente alle domande (FAQ) e usare elenchi puntati risulta efficace. Per questo si è diffuso il concetto di Generative Engine Optimization (GEO), o Generative Search Optimization. La GEO è l’insieme di strategie che puntano a far comparire i contenuti nelle risposte generate da questi motori basati su AI.
In pratica, bisogna considerare come i modelli di AI danno priorità alle informazioni: contenuti con struttura chiara, approfonditi e affidabili vengono citati come fonti nelle risposte.
Studi di settore indicano che molte ricerche tradizionali potrebbero spostarsi verso motori di risposta basati su AI. Per il momento, nulla toglie che Google (e i suoi algoritmi avanzati) rimangano la fonte primaria di traffico organico. Tuttavia, prepararsi alle nuove “generate search” significa anche mantenere elevate la qualità e la coerenza dei contenuti.
La SEO oggi abbraccia sia l’ottimizzazione tradizionale che le nuove regole dettate dai motori AI, ma l’obiettivo resta uno solo: fornire all’utente il miglior servizio possibile, che sia attraverso una pagina di risultati classica o una risposta generativa.
SEO & Marketing: what a team!
Da questo lungo viaggio nel mondo della SEO e del marketing emerge una verità semplice: SEO e marketing funzionano insieme quando sono parte di una strategia coerente. La SEO assicura visibilità organica, mentre le attività di marketing (SEM, social, content marketing, advertising) amplificano la portata e la coerenza del messaggio del brand. Curare l’ottimizzazione on-page e off-page, tenere sotto controllo le metriche e stare al passo con le novità (come i motori AI) significa far funzionare la SEO come un motore che spinge il marketing verso nuovi clienti.
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